La Giornata della Memoria è una ricorrenza molto importante, che si celebra in tutto il mondo il 27 gennaio di ogni anno per ricordare la liberazione dei campi di concentramento.
In ogni classe l’abbiamo celebrata vedendo film come “Il bambino con il pigiama a righe” o “Un sacchetto di biglie” e abbiamo condiviso molte riflessioni.
Nell’atrio della scuola abbiamo allestito una scenografia: un muro di mattoni, circondato da filo spinato e oggetti simbolici (valigie, scarpe, indumenti), su cui abbiamo attaccato frasi e disegni, per sensibilizzare tutti a rompere il muro dell’indifferenza.
Il 30 gennaio abbiamo anche assistito a uno spettacolo teatrale organizzato dal Comune di Torremaggiore presso l’auditorium dell’I.C. “via Pietro Nenni”. Lo spettacolo era intitolato M120XM90, in riferimento alle misure di un campo di calcio espresse in metri. Infatti raccontava l’ingiustizia delle politiche naziste e lo sterminio degli ebrei attraverso tre storie di calcio: la storia della squadra europea più forte di tutti i tempi, la Dinamo Kiev, i cui giocatori furono fucilati per la sola “colpa” di aver vinto una partita contro la squadra “ariana”; la storia dei bambini di Terezin; e la storia di Giorgio, prigioniero in un campo di concentramento, che viene ucciso subito dopo aver segnato un gol.
Questo spettacolo ci ha fatto riflettere sulle condizioni di vita di tutte quelle persone perseguitate e uccise per la loro nazionalità o etnia, in campi come Auschwitz. E ci ha fatto anche emozionare.
C’è sempre bisogno di celebrare questa giornata per ricordare e per non dimenticare, perché la dimenticanza è come uccidere i morti un’altra volta.
Inoltre l’uomo può arrivare a fare cose orribili e quindi bisogna stare sempre attenti e avere il coraggio di ricordare, affinché la storia non si ripeta.
Argomenti come questi vanno affrontati e raccontati più spesso. Bisogna parlare e non rimanere in silenzio, ma urlare a squarciagola e fare rumore per affermare la propria libertà.
Raccontare ciò che è stato è importante, sia per chi ascolta sia per chi racconta, in quanto raccontare serve a essere più liberi con la mente e con il cuore, e le parole distruggono il silenzio. Invece il silenzio è indifferenza. Proprio per questo motivo, per celebrare giornate come questa, potremmo organizzare un minuto di “rumore”, anziché un minuto di silenzio.
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